La disgrafia riguarda spesso bambini con un elevato QI, ma nei quali osserviamo uno scarto tra la maturità intellettiva e lo sviluppo psico affettivo e psico-motorio.
La disgrafia è correlata alla difficoltà del bambino nell’uso della motricità fine. Questa condizione impedisce di automatizzare la routine motoria, necessaria per la realizzazione del segno grafico.
La disgrafia può delinearsi quando il bambino vive un ambiente familiare instabile e pregno di situazioni che generano condizioni di ansia. Concorrono altri fattori come una scarsa autostima, assenza di motivazione e disadattamento. Queste condizioni inevitabilmente si riflettono nella sua scrittura.
Altri fattori, possono essere imputati ad una mancanza di regolare scolarità durante gli anni della scuola materna. In questi anni, vengono forniti ai piccoli, tutte le acquisizioni indispensabili all’apprendimento della scrittura.
Molto spesso la disgrafia è associata ad altri disturbi come dislessia, disprassia, disculcalia, disortografia, oppure disturbi visivi.
J. De Ajuriaguerra è stato uno dei primi studiosi del Disturbo Specifico di Apprendimento relativo alla disgrafia.
Neuropsichiatra al quale si deve la nascita della psico-motricità, è considerato il padre della rieducazione della scrittura insieme a Robert Oliveax.
J. de Ajuriaguerra elabora con la sua equipe le Scale (E-D) che da lui prendono il nome. Le Scale sono tutt’ora lo strumento più valido per individuare la disgrafia e valutarne il grado. Le principali caratteristiche di una scrittura disgrafica sono:
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- difficoltà a orientarsi nello spazio grafico,
- righe spezzate e/o righe fluttuanti,
- spazio tra parole irregolare,
- assenza di margini,
- irregolarità delle dimensioni delle lettere,
- aspetto generale trascurato,
- rigidezza del tracciato, rilassatezza grafica,
- lentezza di esecuzione.
J.de Ajuriaguerra, individua cinque diverse tipologie di bambini sulle basi delle loro caratteristiche grafiche:
i rigidi, i maldestri, gli impulsivi, i molli, i lenti e precisi.
I rigidi presentano una scrittura tesa con un irrigidimento generale del tracciato grafico, una distanza limitata tra le righe e parole, le lettere addossate e una forte pressione.
I maldestri presentano una scrittura le cui forme sono grossolane e hanno un aspetto infantile. Le parole danzano sul rigo, il tratto non è di buona qualità, lo spazio tra le lettere è ridotto.
Gli impulsivi presentano scritture con scarso autocontrollo, precipitose, pessima distribuzione dello scritto nella pagina e un’irregolarità di dimensione.
I molli presentano una scrittura fluttuante, che non mantiene il rigo, con le lettere addossate e atrofizzate.
I lenti e precisi hanno un eccessivo desiderio di precisione che causa lentezza, assenza di movimento e rispetto
maniacale delle forme grafiche (lente, nitide, precise).