L’uomo ha sempre mostrato interesse verso quello che poteva esprimere la scrittura. A partire da Confucio nel 55 a. C. ”La scrittura può mostrare in modo infallibile se proviene da una persona nobile di spirito o da una persona volgare.” L’antica Grecia vede filosofi come Aristotele affermare che ”cosi come gli uomini non hanno lo stesso tono, così non hanno la stessa scrittura”.
Tentativi di studio della scrittura sono stati fatti nel corso dei secoli, ma dobbiamo aspettare l’inizio del ‘800, per la nascita di varie scuole in tutta Europa che sono rappresentative di un metodo di studio basato su ricerche sistematiche.
L’abate Jean Hippolyre Michon(1806-1881) mette a punto un metodo di indagine che si basa sulla teoria dei segni, per cui ad ogni segno del carattere corrisponde un particolare gesto grafico.
Successivamente J.C.J amin mette in relazione i segni fissi con l’ambiente grafico. Pubblica nel 1929 “ABC della grafologia”, che è la base della grafologia francese. Egli ricerca nella scrittura l’Armonia, che ci dà indicazioni su quello che è l’equilibrio interiore del soggetto e il suo adattamento rispetto alla collettività; sulla padronanza di sé, unita al rispetto per gli altri e sulla sua autonoma in un contesto sociale.
In Germania, Klages, per la prima volta valuta il “formiveau”, ossia il livello vitale della scrittura, che ci informa riguardo la capacità di reazione di una persona alle avversità che la vita può riservarle. Pubblica “La scrittura e il carattere” nel 1917. Questo libro presenta un metodo di studio basato sul ritmo e sul formiveau.
Successivamente Walter Hegar pubblica nel 1938 “Graphologie par le trait”, nel quale espone la sua teoria sul tratto, che cerca di valutare in maniera scientifica attraverso otto aspetti.
Un altro contributo è stato dato dalla Scuola tedesca con Rudoph Phopal( 1893-1966) e il suo studio sulla tensione del tratto. Padre Girolamo Moretti nei primi del Novecento comincia ad elaborare un proprio sistema di interpretazione psicologica della grafia. Egli indica i segni grafologici, intesi come particolari della grafia che sono espressioni di qualità umana ed intellettuali, affettive e somatiche. Distingue i segni sostanziali dai segni accidentali e dai segni modificanti. Marco Marchesan, studia tre ordini di fenomeni: la dinamica, la psichica, le leggi di proiezioni e il sistema segnico. Questo considera dodici aspetti, per un totale di 226 segni grafici.
Tanti sono stati gli studiosi che si sono interessati allo studio della grafologia, ho dato rilievo ad una parte di essi, trascurandone ineluttabilmente alcuni.